Il "metodo" BULLY DOCET! 

Veniamo subito al sodo, in cinofila NON ESISTE un unico metodo, o meglio... Non dovrebbero esistere metodi o approcci prestabiliti. Anche nel caso degli strumenti è così, ci sono oggettivamente strumenti più sicuri di altri ma non esiste assolutismo in questo lavoro. 
Ci sono delle informazioni di base che tutti i proprietari devono imparare ma cio che deve imparare il cane va stabilito prima e durante il percorso. 
Il metodo parte da un concetto molto sbagliato, ovvero mettere tutti i cani e proprietari sullo stesso piano senza tenere conto dell'individualità dei soggetti e della situazione, è un concetto che porta tanta chiusura e poca professionalità. Spesso chi abbraccia un unica tesi per tutti i cani cerca di farla andar bene a tutti per un puro interesse ideologico/cinopolitico, perché purtroppo non tutte le persone che lavorano con i cani sono mosse da amore per gli stessi, capita che ci siano altri interessi dietro. 
I cani anche se appartenenti alla stessa specie, razza o cucciolata NON SARANNO MAI UGUALI, proprio per questo prima di ogni percorso va sempre effettuata una VALUTAZIONE COMPORTAMENTALE.
Esistono "problematiche" comuni e simili in determinate categorie di cani e questo è un dato di fatto che si chiama selezione funzionale, ma è il modo con cui si affronta un percorso per superare questi ostacoli che non sarà e non deve essere mai uguale. Ma ci sono 5 aspetti che a mio parere vanno affrontati sempre in ogni percorso di gestione e sono 5 aspetti chiave nella corretta relazione uomo-cane che se tralasciati portano solo al fallimento.
Vediamo brevemente i 5 pilastri della gestione comportamentale che ho denominato "LE 5 C".

convinzione: Prima di iniziare un percorso bisogna essere convinti non di iniziarlo ma di volerlo portare a termine! I benefici non arrivano magicamente solo perché si frequenta un centro cinofilo. Un percorso può necessitare anche di molto tempo che richiede pazienza e forza di volontà. il percorso non è mai solo per il cane, quelli più duri da motivare o correggere sono proprio gli umani. Ciò che si apprende in un percorso va portato avanti per tutta la vita del cane,

consapevolezza: Una delle prime cose da imparare è riconoscere problemi e punti di forza... e non solo quelli del cane. Prendere consapevolezza delle attitudini e doti del cane e cosa realmente è meglio per lui, che spesso non coincide con ciò che noi crediamo o vogliamo. Un altro aspetto con cui bisogna prendere confidenza sono i nostri diritti e doveri come proprietari di cani tra cui la tutela dello stesso e dell'incolumità pubblica. 

coerenza: La coerenza con il cane non è una virtù ma un dovere. Il cane come specie (chi più chi meno in base alla selezione artificiale) basa la sua esistenza su rapporti patriarcali e famigliari. Non è una parolaccia, è solo un termine che indica il cane come un animale che ricerca una gerarchia/leadership nel suo braco-famiglia. non è e non sarà mai un animale democratico! mettetevelo in testa da subito. Il cane per stare sereno ha bisogno di un leader sicuro e coerente in tutto ciò che fa e dal primo istante in cui entra in contatto con lui. Il cane non è un bimbo peloso ma un animale sociale e più nello specifico è predatore domesticato, E una guida che non è coerente (tanto guida non è...) può spingerlo solo verso l'anarchia, e l'anarchia nel cane è sintomo di instabilità emozionale e scarsa fiducia. Tutto ciò porta a problemi gestionali e/o comportamentali a volte difficili da scardinare. Iniziare dai due-tre mesi un percorso con un professionista consente di prevenire il 90% dei disagi comuni nella relazione con un qualsiasi cane. 

comunicazione: Per essere comprensibili bisogna imparare a parlare in "canese" ma bisogna imparare anche a capire l'interlocutore cane.... e per cane non intendo solo il nostro cane. Moltissimi incidenti che riguardano i cani si possono evitare semplicemente con una lettura corretta della situazione emozionale e del loro linguaggio. La comunicazione non è il comando o direttiva, che è solo una parola associata ad un esercizio, è molto di più e nel cane ha ben poco a che fare con le parole. La comunicazione del cane è principalmente formata da chimica (ormoni e feromoni), uso dello spazio, delle sue armi difensive (fuga, paralisi, pacificazione/autocontrollo o aggressione), delle posture, espressioni, segnali di stress ritualizzati e solo in fine i vocalizzi. 

controllo: Il controllo non è cattiveria ne maltrattamento ma amore e protezione. Il cane celebralmente per quanto abbia sue capacità cognitive, non svilupperà mai un senso di coscienza ne potrà mai diventare indipendente da noi. Vive in una società che non è a misura di cane e ogni suo errore anche in buona fede oltre a pagarlo lui lo paghiamo pure noi civilmente o penalmente. Lui non può capire che se attraversa una strada per prendere un gatto può finire investito e causare un incidente. Un cane meno responsabilità ha, meglio sta, perché non si trova a dover prendere iniziative di cui non può capire le  reali conseguenze, e questo ve lo assicuro. Il cane è un animale nato circa 30.000 anni fà per collaborare/lavorare con l'uomo facendosi GUIDARE in tutto e per tutto, e quasi tutti i suoi comportamenti sono legati alla sua personale propensione lavorativa e questo vale anche per gli attuali meticci derivati da incroci di cani di razza.


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